martedì 24 luglio 2012

Oggi Intervista su Sound Contest!




SARAH STRIDE: CAMBIARE NON VUOL DIRE SCONFESSARE CIO' CHE SI E' FATTO, MA ANDARE AVANTI [ 24/07/2012 ]
ANNO: 2012
REDATTORE : Leonardo Follieri




Noi di Sound Contest avevamo gia' ascoltato i suoi nuovi brani in anteprima assoluta nel corso di un concerto tenutosi al Teatro Binario 7 di Monza in occasione di Terra!, seconda edizione della stagione musicale conclusasi da poco, che ha visto alla direzione artistica Basilio Santoro e Alberto N. A. Turra. Da poco pero' e' uscito anche il suo album d’esordio e quindi abbiamo deciso di intervistarla. In altri termini, siamo in compagnia di Sarah Stride, cantautrice milanese che verso fine giugno ha pubblicato il suo primo disco omonimo. Sonorita' rock, orchestrali ed elettroniche unite a testi intimi e personali si fondono nelle dodici tracce di un album realizzato insieme ad Alberto N. A. Turra (chitarre, arrangiamenti, produzione artistica), William Nicastro (basso) e Antonio “Tato” Vastola (batteria). Tanti ospiti inoltre hanno impreziosito il cd tra cui Giovanni Venosta (pianoforte), celebre compositore di colonne sonore cinematografiche, e Kole Laca (elettronica) gia' con Il Teatro degli Orrori e 2 Pigeons.

Sound Contest: Prima domanda quasi scontata ma necessaria: come nascono i tuoi testi?
Sarah Stride: Me lo hanno chiesto e io in realta' non saprei dirti come nascono. Ogni canzone ha la sua storia. Piu' volte mi e' capitato di avere una sensazione legata a un qualcosa di visivo e poi spesso ci sono eventi che mi colpiscono e mi viene voglia di raccontarli. Quasi tutto nasce da sensazioni o necessita' di voler raccontare un sentimento e ovviamente il rischio e' sempre quello di raccontare troppo se stessi…In realta' tutta l’arte del Novecento e' pregna di un certo compiacimento solipsistico e quindi bisognerebbe riuscire a fare in modo che il messaggio personale sia meno ego-riferito e possa essere condivisibile dagli altri.

Leggendo le tue liriche sembra che tu abbia una concezione piu' poetica dei testi…
Direi di si'. Non so se ha inciso il fatto che abbia studiato pittura…poi comunque ho letto tanta poesia. Per me raccontare una storia in modo lineare e' molto difficile, immagina doverla cantare! I cantautori infatti il piu' delle volte tendono a privilegiare il racconto rispetto alla voce, mentre nel mio e in numerosi altri casi, avendo necessita' di utilizzare la voce come “strumento”, risulta molto complesso conciliare l’utilizzo di molte frasi necessarie al racconto con le esigenze melodiche della canzone. La scrittura per immagini sicuramente si presta meglio al mio tipo di vocalita'.

Quali sono stati in breve i passaggi che hanno portato alla pubblicazione del disco?
Sicuramente sono stati tanti. Considera intanto che quest’album e' molto eterogeneo ed e' un compendio delle cose che ho scritto negli ultimi anni. E’ un disco molto difficile da inquadrare sia come tematiche che come modalita' di scrittura perche' raccoglie piu' momenti. Io ho provato a lavorare con altri produttori artistici, ma sempre cercando di vestire i brani in studio e mi era sempre mancato il lavoro con la band su pezzi miei, finche' poi non ho incontrato Alberto Turra, chitarrista e produttore artistico del disco. Lui ha un modo piu' tradizionale di lavorare ed e' stato lui a scegliere Tato e William (Antonio “Tato” Vastola e William Nicastro, ndr), cosi' come loro hanno avuto a loro volta la liberta' di scegliere e di curare le loro parti di batteria e di basso. Poi il progetto e' andato avanti un po’ alla volta. Dopo sei mesi abbiamo iniziato a suonare i brani dal vivo e poi man mano li abbiamo anche modificati o addirittura in alcuni casi stravolti, perche' con l’affiatamento e un lungo periodo di prove e di live si affinano certi meccanismi. Alberto poi ha scritto le parti di archi, ottoni e fiati per portarle in studio. Lui ha portato un’idea gia' definita di lavoro, ma allo stesso tempo e' una persona che lascia molta liberta' di espressione agli altri.

Parliamo di alcuni brani del tuo cd e iniziamo dal primo singolo, “Metallo”. E’ l’unico pezzo scritto a quattro mani con Melissa P. Come e' nata la collaborazione con lei?
Io e Melissa ci siamo conosciute a Capalbio durante l’estate di qualche anno fa. Due carissimi amici video artisti, i Masbedo, stavano preparando Indeepandance, lavoro che avevano portato anche all’Arena Civica di Milano e li' ho conosciuto diverse persone tra cui Melissa. Io e lei poi siamo diventate amiche e dopo qualche settimana e' stata ospite da me a Milano e una mattina, mentre bevevamo il caffe', ci siamo dette:«Ma perche' non iniziamo a scrivere un testo insieme?» quindi la collaborazione e' avvenuta in un modo molto spontaneo e poco ragionato!. In realta' faccio molta fatica a scrivere con qualcuno perche' bisogna far si' che la persona abbia una sensibilita' simile alla tua e capisca profondamente cio' che vuoi dire…io poi sono molto gelosa del mio lavoro, ma e' anche vero che non escludo di collaborare con qualcuno in futuro!

Al momento su iTunes il brano piu' scaricato del tuo cd e' “Prove di volo”. Quando l’hai scritto?
“Prove di volo” e' un pezzo nato in un momento che preparava a grandi cambiamenti e in una fase della vita in cui volevo cercare di vivere con piu' leggerezza e meno pesantezza sulle spalleCambiare non vuol dire sconfessare cio' che si e' fatto, ma vuol dire andare avanti. Quella e' proprio la mia canzone e quella sono proprio io. Era veramente un’esigenza di raccontare una storia, ma secondo me e' scritta anche in maniera semplice e che, come dicevamo prima, puo' arrivare in modo diretto anche ad altri.

“Te lo leggo negli occhi” e' l’unica cover dell’album. Quando hai deciso di reinterpretare questo celebre brano di Endrigo e Bardotti?
“Te lo leggo negli occhi” e' un pezzo che avevo gia' eseguito l’anno scorso al Teatro Binario 7 di Monza in “Illogica Allegria”, spettacolo teatrale di Basilio Santoro dedicato a Giorgio Gaber (era uno degli appuntamenti della prima edizione della stagione musicale Terra! di cui abbiamo ampiamente parlato anche noi di SoundContest.com, ndr). Tra l’altro quello era l’unico pezzo non di Gaber e molti in Italia l’hanno ricantato: Battiato, lo stesso Sergio Endrigo, il primo addirittura credo che sia stato Dino… Quando mi hanno proposto questo lavoro su Gaber mi hanno affidato la parte musicale e, legandoci a quello che ti ho detto all’inizio, i suoi brani spesso mettono in evidenza piu' il racconto che la voce e allora abbiamo deciso letteralmente di stravolgerlo, esaltando la qualita' della canzone, pur lavorando in tonalita' originale. Anche l’ensemble era molto particolare perche' c’erano Kole Laca all’elettronica, Davide Tedesco al contrabbasso e Luca Butturini alla chitarra elettrica. Lo spettacolo e' stato molto apprezzato, poi abbiamo fatto ascoltare il pezzo in giro, e' piaciuto molto e cosi' abbiamo deciso di inserirlo nel disco.

Dal punto di vista musicale incuriosisce molto “L’indispensabile”…
Forse perche' e' il brano meno cambiato dalla band. Da qualche anno sto studiando pianoforte e quello e' il primo pezzo scritto con questo strumento e quindi da' suggestioni differenti rispetto agli altri composti tutti con la chitarra. Infatti sara' interessante nel prossimo disco vedere cosa succedera', dal momento che sto scrivendo gia' altri pezzi con il piano.

Il lavoro e' dedicato a “Gio'”, tuo amico al quale hai dedicato anche uno degli ultimi pezzi del cd. Anche li' la musica sembra diversa rispetto a quella di altri brani con un’intro molto energica e piu' sfrontatamente rock. Non pensi quindi di proseguire in futuro in una direzione simile a livello di sound?
Al momento non lo so. Si tratta di un pezzo a cui sono troppo legata dal punto di vista affettivo, proprio perche' dedicato a questo mio amico che non c’e' piu'. Nel ritornello vengono citate le parole di “Love will tear us apart” dei Joy Division, pezzo che lui adorava tantissimo. Non riesco proprio a rispondere ad una domanda del genere…tra l’altro Gio, un pomeriggio a pranzo invento' insieme a me proprio come nome d’arte Sarah Stride…

Bene. La nostra chiacchierata volge al termine, ma prima un’ultima domanda: quando presenterai dal vivo il tuo disco?
Il 20 agosto saro' al Carroponte di Sesto San Giovanni (MI) in acustico e apriro' il concerto di Vincenzo Vasi. A settembre e ottobre ci saranno i live veri e propri e poi sempre per il discorso delle cover faremo una sorpresa tra ottobre e novembre che non voglio anticipare…!

Fine dell’intervista. In attesa di conoscere le sorprese che ha in serbo Sarah Stride, la ringraziamo per la disponibilita' concessaci.

Links:
Sarah Stride – “L’indispensabile” Live @ Salumeria della Musica, Milano:http://www.youtube.com/watch?v=RYvrJVkxMtw

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