lunedì 10 dicembre 2012

http://www.gqitalia.it/show/musica/2012/dicembre-2012/sarah-stride-la-cantautrice-milanese-svela-a-gq-le-date-del-tour-i-progetti-e-le-ispirazioni



SARAH STRIDE: LA CANTAUTRICE MILANESE SVELA A GQ LE DATE DEL TOUR, I PROGETTI E LE ISPIRAZIONI

10 dic 2012 — Giuditta Avellina
La cantautrice milanese Sarah Stride lancia oggi il suo nuovo album di cover "Canta Ragazzina". Per ascoltarla live appuntamento stasera all'Ostello Bello di Milano e il 15 alla Libreria del Cinema di Roma. L'abbiamo intervistata
Sarah Stride è una poliedrica cantautrice milanese che reinterpreta il repertorio delle più importanti voci maschili del cantautorato italiano degli anni Sessanta. E da come parla capisci che è una giovane donna, ma profonda abbastanza da parlarti di addii e nostalgie, storie finite e progetti da cominciare a vivere. Oggi esce il suo nuovo disco di cover "Canta Ragazzina" -disponibile da oggi su iTunes e nei principali negozi digitali- ma potrete ascoltarla già stasera, 10 dicembre, all'Ostello Bello di Milano (Via Medici, 4 - ore 20.00 - ingresso libero), all'interno della mostra fotografica "L'ampio sguardo" dell'artista milanese Alessandro Stellari oppure sabato 15 dicembre alla Libreria del Cinema di Roma (via dei Fienaroli, 31 - ore 19.00 - ingresso libero). Noi l'abbiamo intervistata per capirne di più di questa sua passione per gli anni '60, l'amicizia con Melissa P., le sue ispirazioni.
Sarah, perché una giovane donna sceglie di realizzare un album di cover ispirato proprio agli anni '60?
Ricercatezza armonica, raffinatezza melodica ed eleganza poetica sono gli elementi di cui mi sono innamorata e che mi hanno spinta ad affrontare questo tipo di repertorio. Abbiamo scelto dei brani di autori e interpreti maschili perché scritti in tonalità che mi hanno permesso di sfruttare il mio registro più grave divertendomi a strapparlo in momenti di particolare intensità del brano.
C'è un autore che consideri emblema degli anni '60?
Tutta la "scuola genovese": Umberto Bindi, Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Gino Paoli e a seguire Fabrizio De Andrè, Paolo Conte ed altri ancora. Una concentrazione di talenti di quella portata, che concepivano una nuova forma-canzone che non fosse solo da intrattenimento e tutti emersi da un territorio così circoscritto, ha per me dell'incredibile. Quella Genova mi fa pensare alla Londra del rock'n roll fine anni sessanta o alla febbrile Vienna degli anni venti o ancora alla Parigi del surrealismo. C'è da chiedersi in questo momento dove tale fenomeno stia accadendo, magari è proprio Milano ma io non me ne sto accorgendo.
Con quale artista di quegli anni ti piacerebbe esibirti?
Con Gino Paoli. Trovo che la sua voce e il suo modo di cantare abbiano una sorta di "stanchezza" così elegante e struggente, una misura e una sobrietà rare che non sono mai a discapito dell'intensità interpretativa e che, anzi, sottolineano una sensibilità che non ha nessun bisogno di essere esibita.
Se dovessi associare il ricordo più bello della tua vita a una canzone, quale sceglieresti?
Uno dei ricordi più cari che ho legati alla musica risale ai miei diciotto anni. Li avevo compiuti da circa un mese e iniziavo a venire spesso a Milano per prove e concerti con una delle mie prime band. Ricordo che una sera, mentre mi riaccompagnavano a prendere il treno, uno dei componenti mi fece ascoltare Stile Libero di Claudio Sanfilippo (meraviglioso brano anche interpretato da Mina). Nonostante il clima allegro e scherzoso, durante l'ascolto crollai letteralmente in lacrime. Non era solo semplice commozione, era stato come riconoscersi, trovare finalmente un senso e una direzione da seguire. In qual momento ho avuto l'assoluta certezza che non avrei mai scritto o interpretato cose che non mi fossero appartenute profondamente, che non avrei fatto compromessi e che sarei rimasta fedele a quella che mi piace chiamare "la mia vocazione".
Parteciperesti mai a Sanremo?
Certo. Lo farei ovviamente a patto di potermi proporre senza snaturare alcunché della mia identità artistica. Oggi per chi fa musica "indipendente" il web è molto importante per autopromuoversi ed offre veramente delle enormi possibilità eppure, per arrivare ad una visibilità e ad un interesse maggiore, ma purtroppo siamo ancora in un sistema incentrato sul mezzo televisivo. Personalmente salvo ancora Sanremo come fosse un cimelio di famiglia, ma sicuramente lo intenderei come un passaggio e non come una meta.
Hai già lavorato con grandi nomi ma se dovessi scegliere un artista con cui lavorare e una canzone che ti sarebbe piaciuto scrivere, quale sceglieresti?
Ad oggi mi piacerebbe molto collaborare con Franco Battiato. Ne ho sempre ammirato la versatilità, la ricerca, la tensione spirituale, il rigore intellettuale, la serietà umana e professionale. Proprio pochi giorni fa leggevo delle sue dichiarazioni su Repubblica e ancora una volta mi sono sentita toccata dall'onestà e dalla lucidità delle sue parole.Povera Patria è una canzone che, un giorno, mi piacerebbe essere in grado di scrivere.
Hai realizzato un singolo, Metallo, con Melissa P. Come rispondi alle critiche di chi ti accusata di scrivere testi con una scrittrice che è diventata più famosa per la provocazione che non per le abilità letterarie? Pensi che per sfondare conti più la provocazione che la professionalità e la bravura artistica?
Tengo come prima cosa a precisare che la collaborazione con Melissa è avvenuta sulla base di un'amicizia (nata in una vacanza con amici comuni), della curiosità reciproca e soprattutto lontanissima dall'idea di un'operazione commerciale. Senza entrare troppo nel merito della questione posso dire che, per la mia esperienza, Melissa è una persona colta ed intelligente che da giovanissima ha saputo gestire un successo di quelle proporzioni e non sta a me giudicare quale sia stata la modalità da lei scelta per farlo. Per quanto mi riguarda invito i lettori ad ascoltare e a seguire quello che è stato il mio percorso fino ad oggi per capire che non privilegio affatto la "provocazione" rispetto alla professionalità. In ogni caso penso che l'Italia non sia affatto un Paese meritocratico e che la cultura del "gossip" e dello "scandalo" stiano appiattendo vergognosamente il livello delle proposte culturali sdoganate dai media. Questo per dire che io credo nella provocazione intesa come "chiamare-avanti", qualora si veicolino messaggi tesi a destabilizzare il senso e l'ordine precostituito, possibilmente con l'utilizzo di contenitori e contenuti che poco o nulla abbiano a che fare con l'attivazione sessuale, cosa che purtroppo sempre meno accade.
In "Prove di volo" parli di stasi e voglia di cambiare. Ti è mai capitato nella vita di tutti giorni di non sentirti pronta per rivoluzionarti?
Mi è capitato più spesso di quanto avrei voluto. In ogni scelta e in ogni cambiamento c'è sempre qualcosa che per rinascere è destinato a morire. Io mi sono quasi sempre soffermata su quello che di me avrei dovuto sacrificare per evolvere, senza rendermi conto che nel cambiamento in realtà non perdiamo ciò che siamo stati ma ne diventiamo più consapevoli e meno schiavi. Visto che stiamo parlando di musica, ti basti pensare che ci sono voluti molti anni prima che mi decidessi a pubblicare un disco solista nonostante avessi moltissimo materiale pronto. Questo perché significava mettere al mondo qualcosa di concreto che non avrebbe potuto più essere modificato, rinunciare all'idea di una me piena di possibilità aperte e soprattutto dover affrontare quello che poi sarebbe stato il giudizio degli altri. Oggi mi sento orgogliosa per avere avuto il coraggio di mettermi in gioco e di espormi con qualcosa che per me è così intimo e prezioso.
Nella dolcissima "Eco breve" racconti una storia d'infanzia. Cosa ti manca di più di quell'età e cosa ti piace invece dell'essere donna? Si può essere innocenti anche da grandi?
Giuro che non avrei mai pensato di scrivere una cosa simile eppure, a parte la vicinanza con i miei fratelli e i miei genitori, non rimpiango nulla dell'infanzia. Sono una nostalgica cronica e il tema della "crescita" mi ha sempre generato ansia e terrore. Oggi però dopo un lungo lavoro su me stessa mi rendo conto di quanto scoprire e dover decifrare il mondo e gli esseri umani sia qualcosa di davvero spaventoso. Ho finalmente capito che diventare grandi non significa affatto diventare ordinari, responsabili e così via, ma semplicemente acquisire più senso di sé. Non credo affatto che l'infanzia sia un'età spensierata anzi, sento di esserlo molto di più ora. Certo che è possibile mantenersi "innocenti" anche da adulti, basti pensare alla vivacità degli occhi di una Fernanda Pivano per averne la certezza. Le disillusioni sono sempre dietro l'angolo ma continuo a credere che entusiasmo e curiosità siano le caratteristiche in grado di mantenere un'anima giovane e aperta.
In "Gio" affronti il tema della scomparsa di una persona cara. La musica può essere terapeutica?
Penso che l'uomo viva all'interno di un paradosso e che l'equilibrio per riuscire ad accettare la nostra e l'altrui finitezza sia molto precario. Non so dirti se la musica sia terapeutica, quello che so è che per attraversare la vita e conseguentemente la morte o anche solo l'idea costante di quest'ultima, la cosa fondamentale sia avere uno strumento di "traduzione" delle proprie emozioni. Che sia la scrittura, la musica, la pittura, la lettura o qualunque altra cosa, ciò che conta è poter guardare alle esperienze portandole per un attimo fuori da sé e non rimanerne sopraffatti. In questo senso si, l'arte in genere è decisamente curativa.
In "lasciamo che sia" parli della fine di un amore. Cosa dovrebbe spingerci al cambiamento?
E' molto doloroso e alle volte inspiegabile accettare la fine delle cose, staccarsi dal calore di certe abitudini, provocare sofferenza a sé stessi e agli altri, buttarsi nella vertigine del non noto. Eppure è doveroso rispondere con prontezza e coraggio alle proprie pulsioni accettandone consapevolmente tutti i rischi.
Qual è la canzone di altri autori che in questo momento meglio descrive la tua vita?
Un testo che descrive bene questo momento della mia vita è Costruire di Niccolò Fabi. Ho sempre pensato che l'intensità risiedesse unicamente negli estremi ma finalmente, anche se con fatica, sto iniziando a capire la bellezza dei toni di mezzo, la sorpresa che il quotidiano è in grado di portare e ad accettare l'idea che la "normalità" tanto temuta non esiste, dipende solo dall'attitudine con la quale portiamo avanti le nostre idee e le nostre azioni .
Un'artista emergente da tenere d'occhio?
Perfume Genius, un giovane cantautore statunitense che attualmente mi sta molto incuriosendo.
Sarah Stride oggi è una donna felice?
Non credo nell'assoluta ricerca della felicità: il dolore, la noia e la tristezza sono importanti allo stesso modo. Al momento vorrei sapere suonare meglio il pianoforte ed essere più costante, sono le piccole cose a fare la felicità reale.

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